Bellezze dimenticate
Abbandono e mistero. Decadenza e fascino. Sono le facce di una stessa medaglia che mostra la Sardegna sotto una nuova veste, poco conosciuta, fatta di terre nascoste, di spazi dimenticati e di paesi orfani. Luoghi ormai deserti e spesso lontani da occhi indiscreti, che portano però con sé il peso di una forte testimonianza storica, di un passato finito nell’oblio.
Dalle ville abbandonate, le cui sale, un tempo sfarzose, sono oggi ricoperte di vegetazione e rovi, alle stazioni ferme da decenni, che sembrano voler raccontare ancora di partenze felici e di tristi addii, ai villaggi minerari e ai vecchi borghi disabitati, in cui ogni angolo è rimasto così com’era, ma il vuoto è entrato inesorabilmente dentro la loro anima.
Dalle ville abbandonate, le cui sale, un tempo sfarzose, sono oggi ricoperte di vegetazione e rovi, alle stazioni ferme da decenni, che sembrano voler raccontare ancora di partenze felici e di tristi addii, ai villaggi minerari e ai vecchi borghi disabitati, in cui ogni angolo è rimasto così com’era, ma il vuoto è entrato inesorabilmente dentro la loro anima.
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La Sardegna abbandonata può essere descritta come una dimensione parallela, che i nostri occhi riusciranno a vedere e scrutare nel profondo solo se disposti a guardare da un’altra prospettiva e a immaginare la storia che vive dietro a ogni luogo.
Alcuni spazi, infatti, a un primo e distratto sguardo potrebbero apparire privi di qualsivoglia attrattiva, ma basterà seguire l’alone di mistero che li circonda per rivivere, in un momento, le vicende che li hanno portati a essere oggi nient’altro che rovine dimenticate dal mondo.
Per comprendere al meglio l’abbandono, così fascinoso da immortalare ma così complesso da cogliere nella sua verità più intima, è utile provare a tracciare un percorso attraverso quelle parti dell’isola che stanno svanendo sotto gli occhi degli stessi sardi, e che sarebbe bello far rivivere, in un certo senso, attraverso quel pizzico di fantasia, connessa alla conoscenza delle origini e della storia, che contraddistingue la mente di ciascuno di noi.
Luoghi non-luoghi, in cui il silenzio di oggi può fare molto più rumore del frastuono di allora, che possano così solidificarsi anche nella memoria delle nuove generazioni, affinché il loro ricordo non possa morire mai.
Alcuni spazi, infatti, a un primo e distratto sguardo potrebbero apparire privi di qualsivoglia attrattiva, ma basterà seguire l’alone di mistero che li circonda per rivivere, in un momento, le vicende che li hanno portati a essere oggi nient’altro che rovine dimenticate dal mondo.
Per comprendere al meglio l’abbandono, così fascinoso da immortalare ma così complesso da cogliere nella sua verità più intima, è utile provare a tracciare un percorso attraverso quelle parti dell’isola che stanno svanendo sotto gli occhi degli stessi sardi, e che sarebbe bello far rivivere, in un certo senso, attraverso quel pizzico di fantasia, connessa alla conoscenza delle origini e della storia, che contraddistingue la mente di ciascuno di noi.
Luoghi non-luoghi, in cui il silenzio di oggi può fare molto più rumore del frastuono di allora, che possano così solidificarsi anche nella memoria delle nuove generazioni, affinché il loro ricordo non possa morire mai.
Lungo le tappe di uno dei racconti più misteriosi ed affascinanti che ci siano, si passerà non solo tra i “paesi fantasma” come la vecchia Tratalias e Rebeccu, ma anche tra i tanti edifici abbandonati, tra cui ex fabbriche, sanatori ed orfanotrofi, le cui leggende portano spesso a irrefrenabili curiosità sulle ragioni dell’abbandono.
Abbandono che, si sa, quando legato al concetto di antico, costituisce sempre tema di grande interesse per chi vuole tentare di comprendere ciò che non è esplicitamente manifesto. Non a caso diversi progetti sono nati negli ultimi anni, tra cui il sito web “Sardegna Abbandonata”, che si occupa appunto di mappare e descrivere i suggestivi luoghi dimenticati di questa Isola.
Ed è proprio lì, dove la lucentezza ha fatto spazio alla polvere e dove i detriti hanno preso il posto dei mattoni, che sono racchiuse le storie più belle da raccontare.
Si ringrazia il sito "Sardegna abbandonata" per le foto
08 aprile 2017
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