Mare di Sardegna: la giornata tipo degli amanti della pesca sportiva

Il mare sardo è senza dubbio uno dei più ricchi di pesci. Quando si guardano i documentari, si può notare che numerosi filmati sono stati precedentemente girati nell’Isola. Il motivo di questa scelta è che il mare sardo è maggiormente stimato da coloro che amano l’attività della pesca.

 

A livello sportivo, la pesca è certamente una passione per chi la pratica e non un obbligo qualunque. E il Mare di Sardegna offre la possibilità di perlustrare una varietà di zone in cui gli appassionati possono dedicarsi al loro hobby. Attraverso i racconti e le spiegazioni di un pescatore sportivo, si può venire a conoscenza della sua giornata tipo, in compagnia di altri patiti della pesca.

 

Di norma, ci si sveglia alle 6 del mattino e alle 6:30 si è già in mare. È buona regola, però, controllare le previsioni meteo sia il giorno precedente sia la mattina del viaggio, perché è importante informarsi riguardo al tempo previsto per la giornata in corso e perché in questo modo è possibile scegliere la destinazione più adatta per pescare in quel determinato giorno. Infatti, se il mare è mosso e a seconda del vento, si tende a restare preferibilmente sotto costa e l’"amico" pescatore e i suoi compagni esplorano la zona del Golfo di Oristano. 

L’attività della pesca è interessata da diverse tecniche. Tra le più comuni, c’è la pesca a traina, chiamata così, perché dietro la barca ci sono dei pesciolini artificiali oppure vivi, che fungono da esca, per attirare la preda. Nel caso dell’esca viva, essa viene inserita in due ami, uno trainante e uno pescante. Quando si esce al largo, ci si dirige verso le secche, dove si esegue una delle tecniche principali della pesca: il bolentino. Si tratta certamente della classica pratica in verticale, mediante l’apposita canna da pesca o attraverso l’impiego di una lenza a mano, alla quale poi viene applicata una paratura con tre o più ami, alla base della quale viene inserito un piombo.

 

All’arrivo del piombo sul fondale, come per magia, la paratura viene praticamente aggredita dai pesci che stanziano sui primi metri. Le specie che normalmente vengono insidiate con questa tecnica sono: saraghi, tracine, tanute, serranidi, e nei casi più fortunati i dentici. Sui fondali più importanti e caratteristici si effettua la pesca a vertical, tramite delle esche artificiali, simili a sardine o polipi che scendono sul fondale e vengono poi trascinati nuovamente in superficie con dei movimenti sinuosi, provocati da piccoli strappi durante il recupero della lenza attaccata ad essi - tecnica in uso da pochi anni ma che nei casi più eclatanti può dar luogo a quella che viene definita la "magica pescata", ambita da tutti i pescatori sportivi. Questa pratica,infatti, può regalare prede di tutto rispetto, come pesci san pietro, dentici enormi e ricciole che possono arrivare a pesare anche oltre trenta chili.

È da questi ultimi due anni che l’"amico" pescatore si sta avvicinando anche ad un’altra tecnica di pesca, chiamata drifting. Questa tecnica viene praticata per la cattura del cosiddetto "treno del mare", il tonno, pesce che quando viene allamato dagli ami affilati all’interno dell’esca, inizia la sua lotta estrema che darà tanto filo da torcere anche al pescatore più esperto, che cercherà di recuperare la preda nella maniera più veloce possibile per poi fotografarla, slamarla e farla scappare di nuovo in mezzo al blu profondo del bellissimo Mare di Sardegna.

 

L’abbigliamento ideale varia a seconda del periodo: si può partire in pieno inverno con tanti strati di pantaloni, maglie e la cerata scacciacqua per ripararsi dal freddo. Oppure nel bel mezzo della stagione estiva, si possono indossare semplici pantaloni da mare e infradito. L’attrezzatura varia a seconda del tipo di pesca, cioè, in base alla pratica da eseguire è necessario avere una determinata tipologia di canna e mulinello. È importante anche la presenza di un numero preciso e non troppo elevato di persone. L’"amico" pescatore è sempre in compagnia di massimo tre esperti, perché è un numero sufficiente per eventuali aiuti tra un collega e l’altro e perché si può evitare di disturbarsi l’uno con l’altro.

 

Grazie ai movimenti e ai particolari segnali da parte dei gabbiani, è più facile trovare la propria preda. La spigola rappresenta una delle specie maggiormente pescata nel sottocosta, mentre al largo si andranno a cercare le tipologie più combattive e importanti sopra menzionate. Anche i generi di pesci che porta in barca l’"amico" pescatore, cambiano in base alla stagione di pesca, anche se i periodi migliori per godere a pieno una giornata di pesca sono la primavera e l’autunno.

 

La giornata dell’"amico" pescatore e dei suoi compagni, solitamente, termina alle 5 del pomeriggio. La calma del mare allieta ancora di più la meravigliosa giornata trascorsa insieme ai colleghi, grandi estimatori della pesca sportiva, la quale, per qualche ora, permette di rilassarsi, attorniati da una magia e da una meraviglia che il mare sardo può regalare. 

01 giugno 2015

Sara Atzori
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