S'Urtzu e su Mamutzone di Aritzo
L’eterno conflitto tra uomo e natura
Grazie ad un una ricerca etnografica ad Aritzo due maschere sono tornate di recente alla ribalta: s’Urtzu e su Mamutzone.
Il rituale prevede in questo caso una vittima sacrificale rappresentata da s’Urtzu (Orcus nella mitologia etrusca era la divinità degli inferi) e la figura uomo-animale riprodotta da su Mamutzone.
Questo indossa una giacca di pelle di pecora scura, senza maniche, un copricapo di sughero sormontato da maestose corna di muflone.
Sulle spalle porta i classici campanacci che fanno risuonare continuamente.
S’Urtzu non porta maschera, ha il viso dipinto di nero e veste di pelli scure.
Il rituale, attraverso danze e lotte, tende a riproporre in chiave simbolica l’eterno scontro fra uomo-animale e natura, tipico della tradizione carnevalesca barbaricina.