La Tomba dei Giganti S’Ena 'e Thomes
Il monumento funerario simbolo della storia nuragica
A Dorgali, in prossimità del celeberrimo complesso archeologico nuragico di Serra Orrios svetta, tra la flora mediterranea, l’obelisco d’età nuragica meglio conservato nel corso della storia plurimillenaria sarda, la tomba dei giganti di S’Ena 'e Thomes. La magnifica posizione sovrastante la fertile valle del Rio Isalle, mette in risalto la maestosità di una delle più suggestive e intriganti strutture sepolcrali dell’età del Bronzo Medio Antico(1800-1600 a.C.).
La tomba dei giganti di S’Ena 'e Thomes rientra, infatti, tra le più antiche di quelle esistenti nel territorio insulare. Si caratterizza per la presenza di una stele centrale, ossia un unico monolite granitico di oltre tre metri e mezzo, ben rifinito nei bordi e con in basso un piccolo portale d’accesso.
La stele ovale di circa sette tonnellate chiude la camera sepolcrale a lastroni, la quale pur datata permane nella sua originaria formazione strutturale: la copertura “a piattabanda”, formata cioè da lastroni di pietra appoggiati orizzontalmente sulle pareti laterali.
La struttura funeraria di tipo dolmenico presenta un’ampia esedra (così denominata la zona dedicata al culto) di circa dieci metri in relazione ai lati dell’ingresso e composta da pietre più basse, disposte a semicerchio rispetto alla stele centrale.
La significatività singolare della tomba di Dorgali consiste nel suo verosimile permanere nell’intatta struttura originaria e nella direzione astronomica che persegue.
Le Tombe dei giganti sono di formazione ciclopica, la stessa usata per realizzare i nuraghi dai quali si differenziano poiché consistono in monumenti sepolcrali con pianta rettangolare absidata, aventi tutte un proprio orientamento astronomico.
L’esedra della maggior parte delle tombe dei giganti è rivolta verso Sud-Est, ossia verso la direzione dell’alba al solstizio d’inverno; o verso Est, forse in merito al sorgere del sole durante gli equinozi.
La tomba dorgalese si differenzia, in tal senso, per una diversa proiezione della sua area di culto, che si orienta verso Sud. La straordinarietà dell’area archeologica non culmina qui.
La ricerca di tre studiosi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica dell’Osservatorio Astronomico di Brera (L.Marchisio, A.Manara, A.Gaspani) ha messo in rilievo che l’azimut astronomico d’orientamento dell’asse della tomba è uguale a quello della Tomba dei giganti di Goronna (Oristano) e della Tomba dei giganti di Baddu Pirastru (Sassari).
La costellazione verso la quale le tre tombe sono orientate sarebbe quella del Toro, nello specifico verso la stella Aldebaran. In relazione a ciò, si denota che la pianta dell’edificio è simile alla testa di un bovino le cui corna s’identificano nel muro a semicerchio ed evocativo dell’immagine del Dio Toro, che i nuragici veneravano con la Dea Madre.
Le ipotesi in merito si contrappongono su più versanti e permane lo scetticismo sulla natura originaria delle strutture archeologiche tombali, dedite alle sepolture collettive fin dai tempi originari.