Pauli Arbarei, un viaggio alla ricerca dei giganti
Una zona dal grande richiamo archeologico, ma i misteri sono ancora tutti sottoterra
Nel territorio del piccolo paese di Pauli Arbarei, nella sub-regione storica della Marmilla, in aperta campagna, dalla loro sommità, le modeste alture spoglie circostanti, offrono un bellissimo colpo d’occhio. In una di queste sorge il nuraghe Bruncu Mannu, in uno dei punti più alti del territorio di Pauli Arbarei. Si tratta di un nuraghe coperto che non ha beneficiato, purtroppo, di nessuna campagna di scavi.
Da quest’altura si domina una grossa vastità di territorio. Altri nuraghi diroccati e perlopiù interrati sono visibili nelle collinette adiacenti, in vari punti strategici.
A circa un centinaio di metri da questo nuraghe, tre anni fa, iniziò una campagna di scavi dove si rinvennero una serie di tombe e una struttura piuttosto particolare; non era né un nuraghe, né una torre. Tra le varie ipotesi degli archeologi le più accreditate sono quelle che identificarono la struttura con un tempio sacro oppure con una tomba importante.
Lì accanto infatti ci sono tante fosse e altrettanti avvallamenti del terreno.
Tutte tombe che sono state depredate dai tombaroli, alla ricerca del corredo funebre degli uomini sepolti.
Ora, dello scavo, rimane una rete metallica che delimita un approssimato confine e mucchi di pietre disseminati qua e là. Le erbacce e la vegetazione sembrano nuovamente avere la meglio su quello che è stato rinvenuto.
Nella valle circostante qualcuno sostiene di aver scoperto, tempo addietro, qualcosa di straordinario. Un vero e proprio cimitero di guerrieri. Accanto agli scheletri erano presenti lance, scudi, monete ed elmi. Di tutto questo oggi sono rimaste solo le fosse che il tempo e gli agenti atmosferici stanno lentamente ricoprendo. Semplici voci o reali ritrovamenti?
Angelo Corona, dell’Associazione Archeologica Brunku Mannu, è consapevole della grande risorsa che il suo territorio offre: “Abbiamo fatto una proposta all’amministrazione comunale, con la nostra associazione, per avere i permessi per recintare la zona e ripulire i siti archeologici strategici, in modo da offrire qualcosa al turista, ma per ora non abbiamo ancora avuto risposte”.
La particolare posizione delle costruzioni poste nell’altura hanno consentito agli archeologi di ipotizzare la presenza di una piccola città. In passato, solo in questa zona si contavano sedici nuraghi. Oggi ne sono rimasti circa la metà, e per carenza di fondi, per ora, non è in previsione nessuna campagna di scavo.
Eppure i presupposti per fare dei ritrovamenti sensazionali ci sono tutti.
Giù a valle, tra il nuraghe Sirissi, (un piccolo nuraghe posizionato nella piana) e il nuraghe Su Sensu, collocato nell’altura, si trova una tomba con delle pietre ben squadrate. Al suo interno non c’è nulla. É stata anch’essa ripulita dai tombaroli.
Proprio accanto al nuraghe Sirissi fu fatto, tempo fa, un ritrovamento incredibile.
Fu trovata una tomba con tre scheletri. I primi due apparentemente nella norma, avevano una lunghezza rispettivamente di un metro e di un metro e mezzo. Il terzo invece era molto più grande, misurava infatti due metri e mezzo.
Qualcuno, notò uno scavo fresco sul terreno e avvicinandosi vide che c’erano gli scheletri privi del loro corredo funebre. Immediatamente furono allertati i carabinieri che a loro volta chiamarono la soprintendenza. Gli scheletri furono prontamente portati via e a oggi non si sa che fine abbiano fatto.
Un anziano di Sanluri, che desidera mantenere l’anonimato, sostiene di aver ritrovato un teschio enorme, nelle campagne del suo paese, a quindici chilometri da Pauli Arbarei. A Gesico invece durante i lavori in una vigna, alcune persone scoperchiarono una tomba al cui interno vi era anche qui un teschio gigante. Dove siano questi reperti non è dato sapere. Probabilmente si trovano ancora lì, sotto un metro abbondante di terra.
É chiaro che in questo territorio c’è qualcosa di importante a livello archeologico che forse si sta sottovalutando.
Passeggiare sull’altopiano nella zona di Cort’e Bacca, significa incrociare ovunque pietre, acciottolato, resti di vasellame, tombe profanate, mura e torri nuragiche sepolte.
É piuttosto plausibile ipotizzare vi fosse una città ed è altrettanto probabile che alcuni scheletri rinvenuti e altri ancora da rinvenire, presentino un’altezza anomala.
Forse un giorno ci sarà un ritrovamento casuale così importante da imporre una campagna di scavi consistente, che faccia luce su tutto.
Allora si potrà davvero risolvere il mistero di questi giganti, delle loro tombe, delle loro credenze, delle loro costruzioni e riscrivere in parte la storia nuragica e pre-nuragica sarda.