L’architettura nel periodo giudicale
Lo sviluppo dell'architettura romanica in Sardegna è tale che, insieme ai resti della civiltà nuragica, costituisce una delle maggiori attrattive culturali dell'isola.
Le chiese sarde del medioevo, pur rivelando influenze lombarde, toscane o provenzali, sono tuttavia molto diverse tra loro che dai modelli cui si ispirano, sia a causa dei numerosi ordini monastici che si insediarono nell'isola, sia dal fatto che le maestranze provenissero da aree differenti.
Gli edifici di culto sono generalmente di piccole dimensioni e sobri nelle decorazioni a causa delle condizioni economiche in cui versava l'isola.
Mancano le cupole all'incrocio delle navate e gli edifici rotondi e poligonali a uso di battistero.
La pianta a croce latina è usata di rado, mentre è più frequente l'impianto basilicale paleocristiano a tre navate con abside rivolto a est. Le chiese di campagna hanno in genere una sola navata che termina direttamente nell'abside semicircolare.
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I primi edifici, databili intorno al Mille, sono assai modesti e pressoché privi di elementi decorativi. Esternamente sono frequenti motivi di archetti pensili.
Tra queste si annoverano Santa Maria di Uta, Santa Maria di Bonarcado, Santa Giusta di Oristano e San Gavino di Porto Torres.
I monaci Vittorini, presenti in Sardegna dal 1089, introdussero la maniera provenzale: di questo periodo sono alcune parti della basilica di San Saturnino di Cagliari, Sant'Efisio di Pula e San Platano di Villaspeciosa: una delle poche chiese a due navate dell'isola. Santa Maria di Corte e San Pietro di Sindia, invece vennero edificate dai Cistercensi, che si stabilirono in Sardegna inviati da Bernardo di Chiaravalle nel 1147, su invito del giudice Gonario di Torres.

Con l'influenza di Pisa e Genova l'architettura ha un meraviglioso risveglio. Grazie alla munificenza dei giudici affluiscono nell'isola numerose maestranze toscane. Sotto la loro guida i prospetti si arricchiscono di motivi di colonnine, le facciate si ravvivano grazie a intarsi e a motivi scolpiti.
Vengono costruite così, secondo canoni romanico-pisani SS. Trinità di Saccargia, San Pietro di Sorres, San Pietro di Bulzi. Di influenza lombarda sono invece San Nicola di Ottana e San Giovanni di Orotelli.
Gli edifici, ancora ben conservati subirono delle trasformazioni a partire dal 1300 in poi a causa delle prime influenze gotiche. Così come l'architettura romanica, anche quella gotica avrà delle peculiarità tutte isolane.