La scomparsa di Mannorri, tra storia e leggenda
L’epilogo di un paese ogliastrino che fu al centro di una terribile faida
In Sardegna sono tanti i racconti di paesi scomparsi per via delle più disparate ragioni, soprattutto per epidemie o alluvioni; ma c’è un paese che ha una storia molto particolare: Mannorri. A decretare la scomparsa di questo piccolo borgo sulla strada che collega Urzulei e Talana, in Ogliastra, è stata addirittura una terribile faida alla fine del Settecento.
La vicenda di Mannorri, come tutte le leggende che si rispettino, è avvolta nel mistero.
Non esistono documenti storici che attestino che la scomparsa del paese sia avvenuta esclusivamente a causa di una cruenta disamistade, ma emergono svariati fattori che uniti tra di loro portano a questa incredibile conclusione. Tra questi ci sono l’esigua consistenza demografica e le mire espansionistiche dei paesi vicini ma anche un’epidemia di peste tra il 1755 e il 1780, fino ad arrivare appunto alla terribile faida che decretò la fine del centro abitato.
Come accade di sovente, la verità va ricercata nel mezzo di tutti questi fatti.
Tralasciando gli aspetti storici e antropologici è decisamente doveroso mettere luce su quella che è una delle più affascinanti leggende sarde della storia recente.
Il tutto è incentrato su una ragazza molto bella, oggetto di contesa e causa scatenante della terribile faida.
Una delle versioni della leggenda di questa bella giovane di Mannorri, narra che un bel giorno fu avvicinata da un ragazzo del paese, all’uscita della chiesa, e costui, con grande coraggio, le diede un bacio.
La ragazza, incredula, non ricambiò e non protestò. Il giovane intraprendente però venne trovato morto il giorno dopo, impiccato per i piedi in un podere di un altro pretendente. Questo secondo antagonista fu ucciso a sua volta dal fratello del primo pretendente. Un parente della seconda vittima si vendicò immediatamente e uccise a sua volta, dando inizio alla faida che si estese ben presto a tutte le famiglie del villaggio.
Ma come di consueto, a questa prima versione dei fatti, presto se ne affianca un’altra che vede come protagonista un giovane pastore, Giuanni Indentiu.
Un uomo brutto e violento che volle prendere in sposa la ragazza ma che dovette fare i conti con l’opposizione della famiglia che ruppe la promessa di matrimonio.
Alcuni sostengono che la faida fu innescata dall’uccisione da parte di Giuanni del padre della ragazza. Altri invece sono convinti che l’unione tra Giuanni e la Bella di Mannorri non sarebbe stata impedita dalla famiglia della giovane ma da un forestiero di cui la ragazza si era innamorata, ucciso poi da Giuanni.
Che la figura di Giuanni e della Bella di Mannorri non siano solo frutto di fantasia lo confermano non solo i racconti degli anziani di Urzulei, ma anche le narrazioni di studiosi sardi di grande livello come Vittorio Angius e Giovanni Spano, gli atti dell’estinta parrocchia di Mannorri e svariati documenti conservati all’Archivio di Stato di Cagliari.
Tali atti dimostrerebbero tra l’altro e in modo inequivocabile, l’esistenza effettiva di una faida tra il 1775 e il 1780 che causò diversi morti, tra cui il sindaco del paese, che inutilmente si era prodigato per far tornare la pace; faida che segnò l’inizio della fine per il villaggio.
Negli anni Ottanta fu Piero Mannironi a riprendere la storia del borgo, scrivendo alcuni articoli. Di recente, nel 2014 è uscito un libro scritto da Fabrizio Vella, dal titolo “Mannorri misteri e leggende di un villaggio scomparso”, Carlo Delfino Editore, che ripercorre queste vicende in modo esaustivo e intrigante.
Ma chi era la bella di Mannorri? Il suo cognome pare essere stato individuato in quello di Cicilloi, cognome ora estinto, ma che compare in diversi archivi. Pertanto col beneficio del dubbio sa Belle ‘e Mannorri dovrebbe essere stata Caterina Cicilloi, nata nel 1746 da una famiglia benestante.
Di Mannorri oggi non rimane nulla. Solo qualche rudere sparso nella campagna di Urzulei. Le abitazioni furono distrutte dopo essere state abbandonate. Sulla fuga degli abitanti e sulla loro destinazione si sono fatte molte supposizioni.
La stessa ricerca di Fabrizio Vella mette l’accento sul fatto che le caratteristiche della parlata desulese sembrano essere piuttosto simili a quelle degli abitanti di Mannorri e questo fa supporre un trapianto di alcuni abitanti di Mannorri nel comune di Desulo, così come alcune famiglie di Onanì pare siano originarie sempre del villaggio ogliastrino.
Oggi gli episodi di questo villaggio scomparso giungono fino a noi, nelle modalità più svariate, col loro carico di mistero e rappresentano un bellissimo spaccato di microstoria sarda, avvolta nella leggenda ma che trova incredibilmente riscontro anche nella realtà.