Situata nel suggestivo quartiere di Castello, in via Corte d’Appello, nel cuore di Cagliari, la Chiesa di Santa Maria del Monte è un bellissimo esempio di architettura in stile gotico-catalano.
Edificata nel 1591, presenta una facciata piatta, piuttosto semplice, con un’interessante finestra semicircolare nella parte alta e un portale ligneo sormontato da un arco gotico.
L’interno è sobrio ma ammaliante. Le linee sono gradevoli con la presenza di un’unica navata; il presbiterio è a pianta quadrata con una volta stellata mentre le due campate della navata sono rettangolari e presentano semplici volte a costoloni diagonali.
La chiesa di Santa Rosalia, protettrice delle pestilenze, sorge nel centro storico di Cagliari, nel quartiere Marina, ed è nota soprattutto per custodire i resti di san Salvatore da Horta, un laico professo dell'ordine dei Frati Minori Osservanti, originario della Spagna e morto a Cagliari nel 1567.
Questa chiesa risulta essere il principale santuario di San Salvatore da Horta. I resti del suo corpo furono trasportati qui nel 1758 e sono custoditi all’interno di in una preziosa urna di bronzo dorato, posta sotto la mensa dell´altare maggiore al centro del presbiterio.
Oggi San Salvatore da Horta, la cui canonizzazione avvenne nel 1938, è un santo molto amato e venerato dai cagliaritani.
La chiesa del Santo Sepolcro, risalente secondo documenti ufficiali al 1564, è una chiesa monumentale ubicata nella parte alta del quartiere Marina, nel centro di Cagliari.
Per via degli elementi di notevole fascino e interesse che custodisce, è una delle chiese più visitate e conosciute dell’intera città.
Una volta entrati al suo interno colpisce subito la grande cappella dedicata alla Beata Vergine della Pietà, col suo altare in legno dorato, fatto costruire dal viceré spagnolo Antonio Lopez de Ayala e che può essere considerato uno dei più pregevoli esempi di arte barocca a Cagliari.
La chiesetta romanica di Sant’Alenixedda, edificata dai monaci Vittorini di Marsiglia verso la fine del 1200 ed i primi anni del 1300, sorge su un terreno alla periferia di Cagliari, tra il quartiere Europeo e il quartiere CEP.
Il terreno in cui fu eretta è quello dell’antichissimo sito di San Vetrano, dove sono stati rinvenuti reperti di epoca romana.
La chiesetta è un piccolo gioiello di epoca medioevale, costruita in pietra calcarea, riscontrabile oggi solo sulla facciata.
Presenta un’unica navata dalle linee semplici, così come semplice e pregevole si mostra la facciata a capanna.
Questa è divisa in tre specchi da quattro lesene che inquadrano l’essenziale portale, privo di architrave, sormontato da un arco su cui compare un piccolo oculo circolare.
L’antichità e la storia sembrano trasformarsi in qualcosa che può essere considerato fantastico, quando a primeggiare è la Porta Cristina della città di Cagliari, che garantisce l’accesso verso un’altra realtà, fatta di arte, scienza e archeologia.
Il 1825 è l’anno di edificazione della Porta, la cui principale entrata è diretta verso la zona di Castello, uno dei quartieri che caratterizzano la città di Cagliari.
Ma l’ingresso è rivolto anche verso altre importanti aree: la Cittadella dei Musei, Viale Buoncammino e l’altro importante quartiere di Cagliari, Villanova. Il suo nome è stato scelto per rendere omaggio alla Regina Maria Cristina, la moglie di Re Carlo Felice di Savoia.
Spesso non è necessario ricorrere a una guida o fare una passeggiata solitaria per poter godere di un po’ di storia. Se si è fortunati, l’obbligo di attraversare ogni giorno il medesimo tratto di strada, per motivi lavorativi o di studio, offre l’opportunità di ammirare un pezzo d’arte anche comodamente seduti in auto, in attesa che scatti il semaforo verde. La Porta di San Pancrazio dà proprio questa possibilità ai viaggiatori usuali.
Massiccia e grandiosa, la struttura sovrastante la Porta di San Pancrazio fa di tale passaggio un elemento architettonico facilmente apprezzabile. Perfezione, architettura, prospettiva: tre elementi chiave che fanno della Porta di San Pancrazio uno dei simboli monumentali della città di Cagliari.
Nel centro storico del capoluogo sardo erge dal 1860, la bronzea statua dedicata all’ultimo sovrano assoluto, simbolo d’istruzione e rinnovamento, Carlo Felice di Savoia.
Il monumento, realizzato in stile neoclassico per opera dello scultore Andrea Galassi, raffigura il reggente nelle vesti di un soldato romano, con un elmo in testa e con addosso corazza e toga.
La realizzazione della statua ha avuto come scopo quello di onorare il sovrano per aver promosso l’attuazione della strada Reale denominata, appunto, “La Carlo Felice”, che collega Cagliari a Porto Torres.
Per rappresentazione figurativa, il monumento, infatti, vede il sovrano con il braccio destro proteso, indicante la direzione in cui comincia l’attuale strada statale. Invero, per motivi di una sbagliata collocazione rispetto all’originario assetto, la direzione indicata è esattamente quella opposta.
La villa di Tigellio è uno dei più antichi e importanti siti romani presenti nella zona di Cagliari e rappresenta una delle attrattive archeologiche più interessanti dell’intera città.
Si tratta dei resti di alcune abitazioni attribuite per errore al ricco cantore romano noto col nome di Tigellio Ermogene, ubicate nel quartiere residenziale della città romana di Karales, sorta nel I sec. a.C. e non distanti dall'anfiteatro romano.
Ci troviamo dinnanzi non a uno ma a tre edifici, due dei quali ben delineati: la Casa del Tablino dipinto e la Casa degli Stucchi.
La tipologia edilizia di questi edifici richiama esattamente quelle delle classiche domus romane. Si possono facilmente riconoscere l’atrio che aveva le classiche quattro colonne, i resti di un edificio termale di cui emergono chiaramente le tracce del pavimento del calidarium in mattoni laterizi, i cubicula e tutta una serie di ambienti destinati alla notte.
Del terzo edificio purtroppo non restano che alcuni frammenti di muro.
Al culmine della principale via Manno, a Cagliari, s’innalza al centro di piazza Martiri il monumento dedicato al ricordo dei caduti sardi durante la guerra d’Indipendenza e d’Unità d’Italia.
L’opera realizzata dallo scultore piemontese Giuseppe Sartorio, fu inaugurata nel 1886 e ha le sembianze di un obelisco in cui, sulla cima della piramide quadrangolare, spicca una corona marmorea; mentre nella base è presente una bandiera che avvolge un medaglione in cui è ritratto il primo sovrano dell’Italia Unita, Vittorio Emanuele II(1861-1878), con vicino lo stemma della città e un fascio di armi di marmo bianco.
Un tempo Cagliari non era una perla sul Mediterraneo. Non era una modesta espressione dello stile Liberty. Non era un insieme di strade percorse da palazzi armonici edarchitettonicamente anonimi, nascosti nelle calde giornate estive dalle meravigliose jacarande fiorite.
Un tempo Cagliari era Castellum Castri. Era allo stesso tempo anche Bonayre, Stampace, Santa Gilla, Villanova, Bagnaria e La Pola.
Quartieri ancora oggi esistenti, ma che in un lontano passato erano considerate vere e proprie città nella città. Castellum Castri (che corrisponde all’odierno quartiere Castello) era la roccaforte impenetrabile, il centro del potere, l’Olimpo in cui potevano risiedere unicamente i conquistatori Pisani ( poi quelli Aragonesi), una parte circoscritta della città che identificava tutto il territorio di Cagliari. La città arroccata sul monte si affacciava sul mare attraverso il suo normale prolungamento, il quartiere La Pola, corrispondente alla Marina.
Il Castellum Castri, fu edificato nel 1217 dai Pisani sul colle per essere unicamente destinato ai cittadini del comune dell’Arno; essi avevano importato la loro legislazione e i loro costumi all’interno della roccaforte inespugnabile. Il nome indica due concetti uguali, infatti sia Castellum che Castrum, hanno il significato di” città fortificata”.
Alcuni studiosi sostengono che con il termine “Castri” si volesse invece intendere il nome in sardo del colle sul quale la cittadella fu edificata, ovvero “ Mont’ e Crastu”,laddove il termine “crastu” indica appunto un sito scosceso.
Si dice che Roma sia la città eterna. Che dire allora di Cagliari? Capitale di un’isola la cui storia si perde tra mito e realtà. Un puntino nel mondo, un lembo di terra che alcuni non sanno neppure esistere, ma che racchiude in se la preziosità di una ricchezza elargita a pochi.
Lo scrittore latino Gaio Giulio Solino del III sec. d. C. nella sua opera “De Mirabilus Mundi”, ci tramanda che Cagliari fu fondata dall’eroe greco Aristeo, figlio di Apollo e della ninfa Cirene. Se consideriamo che nella Bibbia, Genesi 6,4, è scritto che i figli di Dio s’innamorarono delle figlie degli uomini, le quali generarono loro dei figli, il mito acquista una strana aurea di verità.
In più se consideriamo il fatto che Aristeo fu istruito dal dio Ermes, il quale gli insegnò l’arte della pastorizia, come produrre il formaggio, l’apicoltura e la coltura dell’olivo, dobbiamo prendere atto che ancora una volta il mito non si discosta tanto dalla realtà di un’isola in cui la pastorizia e l’agricoltura hanno da sempre un ruolo economico fondamentale.
Non possiamo certo dare una data al mito, essendo esso stesso evanescente, in bilico tra la realtà e la fantasia, a metà strada tra la verità e la bugia. Possiamo però datare le prime testimonianze d’ insediamenti preistorici in città, volgendo lo sguardo ad un periodo molto antico, il Neolitico ( VI- V millennio a. C.).
Nel promontorio di Sant’Elia furono ritrovati nel lontano 1878 i frammenti di ceramiche decorate a crudo con la valva del mollusco “cardium”, dando così prova del fatto che anche Cagliari appartenne alla cultura della ceramica cardiale.
Al di sotto della Sella del Diavolo, in prossimità del porticciolo turistico di Marina Piccola, sono stati trovati numerosi frammenti fittili che hanno dato la dimensione di un luogo frequentato in un passato preistorico da famiglie di pescatori.
Il centro storico di Cagliari comprende lungo il tratto perimetrale murario, la torre medievale, simbolo difensivo del passato di dominio e di attacchi genovesi e moreschi.
La Torre dell’Elefante è un’antica costruzione pisana risalente al 1307, anno in cui si completa la realizzazione per opera dell’architetto Giovanni Capula ai fini difensivi dalla prossima offensiva catalana a seguito della concessione del “Regnum Sardiniae” a Giacomo II, re d’Aragona.
La struttura costruita con il calcare bianco estratto dalle cave di Bonaria, presenta quattro lati uno dei quali si affaccia al quartiere centrale di Castello.
Il Bastione di Saint Remy, uno dei complessi monumentali più importanti di Cagliari, è stato edificato alla fine del XIX secolo sulle mura difensive del sistema di fortificazione della città.
L’opera nasce da un’idea già prospettata dall’architetto Gaetano Cima a metà dell’Ottocento, ma trova realizzazione per opera degli ingegneri comunali Giuseppe Costa e Fulgenzio Setti.
L’edificio, il cui nome deriva dal barone di Saint Remy, primo Vicerè Piemontese, consiste in un’imponente struttura presentata da una lunga scalinata esterna che preannuncia la passeggiata coperta e la terrazza Umberto I nella quale, quest’ultima, si conclude sotto il cosiddetto arco di Trionfo.
Grazie ad una scalinata interna, si accede al Bastione di Santa Caterina, antica costruzione ospitante il convento delle domenicane, in cui si ipotizza sia stato progettato il piano di congiura contro il viceré Camarassa (1668).
La Basilica di San Saturnino è un’antichissima chiesa di Cagliari, in stile bizantino-protoromanico, inserita in una vasta area, della quale fa parte anche una necropoli. Si tratta del più antico sito paleocristiano di tutta la Sardegna e uno dei monumenti paleocristiani più significativi dell’intero bacino del Mediterraneo.
La prima menzione documentata della Basilica di San Saturnino risale agli anni 533 e 534 ad opera del diacono Ferrando, biografo di san Fulgenzio, vescovo berbero di Ruspe, antico centro nella costa tunisina.
La basilica esisteva già molto prima dell’attestazione scritta, tant’è che gli storici fanno risalire la sua fondazione alla metà del quinto secolo.
Sorge nel luogo dove la tradizione individuava il sepolcro del giovane martire cagliaritano Saturno, decapitato il 23 novembre del 304 per non aver rinnegato la fede cristiana e divenuto in seguito santo protettore della città di Cagliari.
La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli fenicio-punica ancora esistente in tutto il bacino del Mediterraneo. Si espande all’interno della città di Cagliari e le tombe presenti ricoprono buona parte dell’omonimo colle.
In origine aveva un'estensione molto più ampia di quella attuale, giungendo da una parte fino alle attuali via Is Maglias e via Brenta e dall'altro lato fino allo stagno di Santa Gilla.
Il termine tuvixeddu significa “colle dei fiori” e la parola “tuvu” indica appunto cavità.
L’importanza del sito è notevole, sia per la straordinaria fattezza di alcune tombe che per il numero consistente di sepolture, scavate interamente sulla roccia calcarea, ma anche per la vastità dell’area che ricoprono.
La zona, frequentata sin dal periodo neolitico, venne utilizzata come luogo di sepoltura dai Cartaginesi nel periodo che va dal VI secolo al III secolo a.C.
Le tombe erano del tipo a pozzo, con un’apertura di accesso verticale.
Si può notare un varietà di grandezza delle diverse fosse: alcune sono profonde circa due metri, altre raggiungono perfino gli undici metri e sono contraddistinte da una camera funeraria decorata, al cui interno spesso sono stati rinvenuti i resti dell’antico corredo funebre del defunto.
Il rito funebre che veniva utilizzato dai Cartaginesi era quello dell'inumazione.
La chiesetta di San Lorenzo non è un monumento molto conosciuto dell'architettura medievale di Cagliari, anche se palesa diversi aspetti d'interesse e offre un ambiente interno carico di suggestione per via dei diversi elementi, (tipici del romanico) che predispongono il fedele alla meditazione, come il colore caldo della pietra, gli arredi poveri ed essenziali, una linea sobria e una luce discreta e avvolgente.
L’edificio presenta una pianta a due navate divise da delle arcate che poggiano su colonne e volte a botte con relativi sottarchi.
Tutti questi elementi sono tipici delle architetture medievali dei monaci Vittorini di Marsiglia e risalgono al prima metà del XII secolo.
La Chiesa di san Mauro si trova nel cuore del quartiere di Villanova.
L'intitolazione a san Mauro deriva dal rinvenimento della sepoltura del santo nei pressi della basilica di San Saturno, durante scavi condotti nella prima metà del Seicento.
Eretta nel 1650, oggi si presenta con una facciata a capanna in stile classico, di color ocra chiaro al cui centro si trova una nicchia contenente la statua di san Mauro.
Se la facciata incute all’edificio una discreta luminosità, all’interno dello stesso prevale una certa penombra. É presente un’unica navata con volta a botte e tre cappelle per ogni lato.
L'altare maggiore, in granito, fu oggetto di restauro negli anni ottanta dello scorso secolo.
La chiesa di San Michele è una suggestiva e particolare chiesa barocca che sorge nel quartiere Stampace di Cagliari.
Considerata una delle più belle chiese di Cagliari offre interessanti linee architettoniche e un prezioso impianto decorativo che la pongono al vertice dell’espressione barocca in tutta la città.
La costruzione fu iniziata dai Gesuiti nel 1674 e terminata nel 1712 circa. I Gesuiti realizzarono prima la Casa del Noviziato e successivamente la trasformarono nella chiesa di San Michele. La facciata del monumento, in tufo argilloso, è infatti quella originaria della Casa del Noviziato e non della chiesa.
Il suo stile artistico rimanda a modelli tardo manieristici e non fa presagire minimante la ricchezza e il pregio conservato al suo interno.
Tuttavia nella parte superiore della facciata si può ammirare la nicchia classicheggiante che custodisce la statua dell’arcangelo Michele.