Carloforte: isola dell’isola di una penisola
La patria dei Tabarchini
Dall’isola dell’isola di una penisola, recita il titolo di un importante festival che qui si tiene da vent’anni alla fine di agosto. E in effetti la piccola isola di San Pietro, al largo della costa sud occidentale della Sardegna, e Carloforte, il suo unico centro abitato, vivono in pieno questo stato di doppia insularità. Con tutte le difficoltà ma anche con tutto il fascino che ne deriva.
Una comunità di poco più di seimila abitanti che sopporta un po’ come una seccatura l’affollamento estivo dei tanti vacanzieri che sciamano fra i carrugi, le spiagge e le piazzette e che tira un sospiro di sollievo quando, dai primi giorni di settembre, il centro abitato si riappropria dei silenzi che l’accompagneranno per il resto dell’anno. E si riappropria anche della distanza da Cagliari che vista da qui appare lontanissima. Una distanza che si mostra subito a partire dalla lingua che si parla e che rimanda al dialetto ligure di Pegli e a Tabarka, l’isola vicina alle coste tunisine, da dove a metà del ‘700 una piccola comunità di pescatori di coralli giunse a popolare l’isola, su concessione di Carlo Emanuele III di Savoia, portando con sé, oltre alla lingua, pietanze come il cascà, il cuscus di verdure che rappresenta uno dei piatti che maggiormente caratterizzano, insieme al tonno, la gastronomia locale.
Per raggiungere Carloforte occorre intraprendere un viaggio attraverso il Sulcis Iglesiente e i suoi paesaggi costellati dai pozzi minerari che arrivano da un passato prossimo caratterizzato dall’estrazione del carbone ma anche delle fabbriche in parte chiuse, che hanno massacrato tratti di coste e le speranze di lavoro di tante famiglie. Occorre arrivare fino a uno dei due porti, Calasetta o Portoscuso, dai quali imbarcarsi nei traghetti vintage della Delcomar o della Saremar, con i quali attraversare lo specchio d’acqua che separa le due isole.
Dopo appena mezzora l’attracco è suggestivo: pescherecci, palme, bei palazzotti dai colori mediterranei e subito la vista del paese che appare come un labirinto di strade strette e in salita dove trovare riparo dal sole estivo ma anche, per i cuori più solitari, dal telefono e da qualsiasi collegamento a internet.
Carloforte d’estate è così, lontana dai clamori del “bel mondo” un po’ buzzurro che si ritrova in coste più rinomate, vive prevalentemente di pigre mattinate trascorse strascicando le infradito fra una delle tante incantevoli spiagge e la passeggiata in piazzetta a bere un caffè, un cocktail o assaggiare una squisita zuppa inglese. O la notte con i tavoli prenotati nel ristorante di fiducia che conserva da generazioni la ricetta segreta del sugo di pesce migliore del mondo. Vive di giri in barca attorno all’isola o di immersioni in fondali da sogno. Vive di pomeriggi nelle stanze da letto dove dalle persiane semichiuse filtrano luce e silenzi.
Per pernottare a Carloforte è ricca la scelta degli alberghi, da quelli storici in paese a quelli immersi nella vegetazione alle spalle del centro abitato, fino a quelli più eleganti nel lungomare. Così come dei Bed&Breakfast che consentono di entrare maggiormente nei ritmi e nei profumi delle case tradizionali, caratterizzate dalle ripide scale d’accesso.
Qualche avvertenza: l’offerta ricettiva è buona ma non aspettate maggio o rischiate che sia troppo tardi. E poi l’isola è bellissima da visitare almeno da aprile. Cercare informazioni su internet non è facile: siti non aggiornati, indirizzi che rimandano a pagine vuote, numeri telefonici delle compagnie di navigazione ai quali non risponde nessuno, impossibilità di prenotare o acquistare un biglietto sui traghetti, rendono talvolta scoraggianti se non impossibile organizzare comodamente da casa un viaggio a Carloforte. Ma forse il giorno in cui tutto funzionerà, questa meta non avrà più lo stesso fascino. Forse. Perciò armatevi di pazienza, ne vale la pena!
Per informazioni provate e insistete con la Pro Loco di Carloforte: 0781 854009.