Il Trenino Verde della Sardegna
Turismo ecosostenibile nel cuore dell'isola
Nel cuore della Sardegna, tra i monti del Gennargentu e del Monte Arbu, è possibile trascorrere un’intera giornata, unica al mondo nel suo genere, a bordo di un treno delle Ferrovie dello Stato: il celebre "Trenino Verde".
L' itinerario più caratteristico che il servizio offre è quello che prevede l’andata e il ritorno da Arbatax a Sadali. Si parte al mattino dalla piccola stazione di Arbatax o, se si è dormiglioni, da quella di Lanusei dove il treno parte più tardi. É opportuno portare con sé un pranzo al sacco o, meglio, prenotare una sosta in uno degli agriturismi e ristoranti che è possibile trovare al passaggio del treno: a Gairo Taquisara, Seui, Niala, o, infine, a Sadali.
Il menù è eccezionale, tipico, ricco di prodotti locali accompagnati da una deliziosa ospitalità e da uno scenario naturalistico primitivo e quasi surreale.
Il viaggiatore del trenino verde è poi, a sua volta protagonista. Libero e spensierato può viaggiare a bordo del vecchio e rumoroso treno, lento lento, tremolante e barcollante, che però permette di osservare i paesaggi circostanti: lecci, querce, macchia mediterranea, e ancora splendide famigliole di cavalli, cinghiali, e i maestosi cervi sardi dagli scatti rapidi e brevi.
Non meno affascinante l’architettura ferroviaria: gli alti ponti di ferro traforato e le gallerie di granito sardo, le piccole stazioni evocano un’atmosfera di tempi lontani.
La linea ferroviaria a scartamento ridotto che collega Arbatax a Mandas, è ritenuta, con i suoi 159 chilometri, una delle più lunghe d’Europa.
Percorsa da tanti appassionati di cultura e lingua sarda è stata magistralmente descritta dalla penna dell'inglese David H. Lawrence, che nel suo "Mare e Sardegna" la definisce "una strana ferrovia [...] sfreccia su per le colline e giù per le valli e attorno a curve improvvise con la massima noncuranza, non come fanno le vere, grandi ferrovie, che avanzano grugnendo in profonde trincee e appestando l'aria nelle gallerie, ma corre su per una collina come un cagnetto affannato, e si guarda attorno, e parte in un'altra direzione scuotendoci dietro a lui, con grande indifferenza."
Le tappe sono tutte in eguale misura meravigliose, tanto è che sarebbe auspicabile visitarle ciascuna per volta: Gairo Taquisara con i suoi percorsi naturalistici per mountain bike e trekking e le sue grotte poco note; Niala con il suo parco e agriturismo unico nell’isola, benedetto dalla fioritura della caratteristica peonia sarda, meglio conosciuta come “arrosa 'e padenti”. E, infine, Sadali, il paese dell’acqua e dell’argilla curativa, della chiesa di San Valentino e dei ristorantini tipici con il maialetto, il coniglio sardo e gli squisiti culurgiones, ravioli ripieni di patate e menta.
Il servizio turistico è finanziato dalla Regione Sardegna, è annuale, e privo di una programmazione reale: l’unico vero limite alla libertà di viaggiare, per un simbolo e un’opportunità per l’intera isola.