Il Museo Ferroviario Sardo: una stazione racchiusa in un museo

Oggetti comuni esposti in un museo insolito

Passione e rispetto per oggetti comuni, che appartengono alla vita e al lavoro quotidiano di un ferroviere, costituiscono i sentimenti basilari per la fondazione di un museo fuori dal comune, come il Museo Ferroviario Sardo di Cagliari. La conservazione di articoli di grande valore è importante per la salvaguardia e la ripresa di elementi che, altrimenti, verrebbero trascurati e dispersi.
 

Istituito nel 1985, il Museo è nato grazie all’idea dell’allora Direttore Compartimentale, Antonio Sanesi, il quale, appassionato di archeologia industriale ferroviaria, amava raccogliere testimonianze del passato sparse qua e là nelle stazioni, allo scopo di recuperare oggetti da lui considerati importanti, che voleva lo diventassero anche per gli altri. Permise, quindi, di conoscere tali reperti,allestendo una mostra alla Cittadella dei Musei di Cagliari, nel 1983. Tale evento fu apprezzato talmente tanto che si decise di dargli una concreta visibilità, rendendolo permanenteattraverso la costruzione del Museo Ferroviario che, attualmente è gestito da Trenitalia e da Rete Ferroviaria Italiana.

Foto di P. Angelotti
Foto di P. Angelotti

Oggetti semplici e di uso comune, provenienti da tutta la Sardegna, sono diventate opere artistiche di inestimabile valore: un telegrafo proveniente dalla stazione di Bonorva, una panchina della sala d’attesa della stazione di Abbasanta, una bilancia a piatti del 1887 e una del 1895, il tachigrafo di una locomotiva diesel, mediante il quale venivano registrati su carta millimetrata i dati di viaggio dei locomotori e la loro velocità, che non doveva e non deve essere superiore ai 130 Km/h, un triciclo a pedali per la vigilanza della linea, un salotto proveniente dalla carrozza reale, una lampada a petrolio, una lampada ad acetilene, una segarotaie a mano.


Si tratta di oggetti appartenenti a vari settori: trazione, movimento, circolazione dei treni, manutenzione dei binari; testimonianze di come si lavorava nel passato e di come, invece, si lavora oggi. Uniti insieme, gli oggetti di una stessa categoria assumono un valore unico. La Stazione di Cagliari ospita anche un altro importante pezzo del Museo: la locomotiva 744.003, costruita nel 1928 e della quale sono stati prodotti 50 esemplari. Solo due di essi sono sopravvissuti alla fiamma ossidrica: uno si trova appunto nella stazione di Cagliari e un altro nel Deposito del materiale storico delle FS di Pistoia, gestito dalla Fondazione FS, costituita recentemente, che si occupa della salvaguardia, della gestione e della custodia di tutto il materiale storico delle ferrovie. La velocità massima di questa locomotiva era di 80 km/h.
 

Si è ritenuto fondamentale ricercare tali prodotti e raggrupparli nel loro contesto per una questione di omogeneità. Una panchina, la cui spalliera in ferro mostra in rilievo attività campestri tipiche delle quattro stagioni, è stata uno dei primi esempi di produzione industriale. Pregevole anche un antico apparecchio telefonico a più linee, un tempo in uso nella stazione di Villamassargia. È esposto anche un termometro, utilizzato per misurare la temperatura della rotaia.


Inoltre, è presente un impianto di controllo centralizzato, entrato in funzione a Chilivani nel 1973, primo impianto di telecomando in Italia su linea a semplice binario, per gestire e manovrare scambi, passaggi a livello e segnali delle stazioni a esso collegate. Un giovane d’oggi, vedendoli, potrebbe ritenerli «oggetti fantascientifici».

Foto di P. Angelotti
Foto di P. Angelotti

«Promuovere, valorizzare, mantenere il patrimonio e la memoria storica delle ferrovie della Sardegna», questa è la sua missione. Nato per proseguire il lavoro di Sanesi, questo gruppo, che si occupa anche della gestione del Museo e dell’accompagnamento dei visitatori, ha riportato in auge tanti pezzi unici dell’attività ferroviaria, per consentire una maggiore visibilità e diffusione del patrimonio storico delle Ferrovie dell’Isola, nate nel 1863 come Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde e, dal 1920, passate sotto la gestione diretta delle Ferrovie dello Stato. I membri dell’Associazione hanno soprattutto il merito di aver rimesso a nuovo una vecchia locomotiva a vapore, la 740.423 costruita nel 1923.


Cinque anni di duro lavoro per poter ridare vita a un mezzo di tra
zionedi circa 980 HP di potenza, che non solo è stato riparato e sistemato, ovviamente con la collaborazione dei tecnici di Trenitalia per la parte più squisitamente specialistica, ma è stato anche messo in moto e fatto viaggiare, e ancor oggi trasporta centinaia di passeggeri a bordo di carrozze degli anni ’30, ricostruite su telai del 1909 e 1910, che solo le persone più avanti negli anni hanno potuto conoscere, quando la loro circolazione era abituale. Le tappe di queste bellissime escursionisono state: Carbonia, Iglesias, San Gavino, Oristano, Macomer e Golfo Aranci e i loro dintorni, quali diverse località minerarie dell’Iglesiente oppure la famosissima "Sartiglia" di Oristano, giusto per citare le più importanti.
 

La volontà e l’entusiasmo hanno reso possibile un’iniziativa come questa, garanzia di mantenimento, storia e tradizione. I visitatori sono sempre più numerosi e l’attività di ricerca di nuovi pezzi da esporre all’interno del Museo è sempre più viva, perché arrivano in continuazione oggetti nuovi che arricchiscono la raccolta museale e la rendono unica, eccezionale, insolita. 



Museo Ferroviario
Via Sassari, 24
Presso Stazione Trenitalia
09100 Cagliari

http://web.tiscali.it/sardegnavapore/museo.htm

Il museo è aperto a richiesta, con visita guidata per scuole e piccoli gruppi

Per prenotarsi telefonare ai numeri
070-6794715 oppure 070-6794512

01 luglio 2015

Sara Atzori
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